Tratto da: Peace Reporter del 26.11.2010
Sarà lanciata ufficialmente sabato 27 novembre, a Istanbul, la campagna internazionale di sensibilizzazione per l'abolizione della sabbiatura nella produzione di jeans, che solo in Turchia ha ucciso 46 operatori negli ultimi anni e stime prudenti indicano che oltre 5 mila persone sono a rischio.
Il processo di schiaritura del denim che avviene attraverso l'applicazione di sabbia sparata ad alta pressione tramite dei compressori. Questa tecnica, eseguita manualmente, permette di raggiungere un look "sbiancato", ma al contempo disperde nell'aria una quantità enorme di silice, un componente presente nella sabbia altamente tossico. Le decine di organizzazioni internazionali che hanno già aderito alla campagna denunciano i rischi gravi per la salute dei lavoratori che utilizzano questa procedura: rapporti medici dimostrano che gli addetti alle operazioni di sandblasting possono sviluppare una forma acuta di silicosi (malattia polmonare non curabile e potenzialmente letale) in soli 6-24 mesi di lavoro, a fronte dei 20 anni di incubazione riscontrati nel settore minerario.
La situazione, poi, è ulteriormente aggravata dalle condizioni di partenza di questi lavoratori, nella maggior parte dei casi giovani migranti, spesso donne e bambini, che, oltre ai seri problemi di salute, devono anche affrontare la mancanza di assistenza e di risarcimenti che sono indispensabili per far fronte alle cure mediche e alle difficoltà economiche derivanti dalla malattia.
Il processo di schiaritura del denim che avviene attraverso l'applicazione di sabbia sparata ad alta pressione tramite dei compressori. Questa tecnica, eseguita manualmente, permette di raggiungere un look "sbiancato", ma al contempo disperde nell'aria una quantità enorme di silice, un componente presente nella sabbia altamente tossico. Le decine di organizzazioni internazionali che hanno già aderito alla campagna denunciano i rischi gravi per la salute dei lavoratori che utilizzano questa procedura: rapporti medici dimostrano che gli addetti alle operazioni di sandblasting possono sviluppare una forma acuta di silicosi (malattia polmonare non curabile e potenzialmente letale) in soli 6-24 mesi di lavoro, a fronte dei 20 anni di incubazione riscontrati nel settore minerario.
La situazione, poi, è ulteriormente aggravata dalle condizioni di partenza di questi lavoratori, nella maggior parte dei casi giovani migranti, spesso donne e bambini, che, oltre ai seri problemi di salute, devono anche affrontare la mancanza di assistenza e di risarcimenti che sono indispensabili per far fronte alle cure mediche e alle difficoltà economiche derivanti dalla malattia.